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Suffragio femminile in Italia
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===Dal 1861 alla fine dell'Ottocento=== Con <u>l'avvento dell'Unità</u> i diritti di voto garantiti localmente vennero meno e <u>si diede per scontata l'esclusione delle donne dalla vita politica</u> dettata dalle tradizioni. Il [[Regno d'Italia]] ignorava la parte femminile che lo costituiva: per questo motivo <u>nel [[1861]] le donne lombarde</u>, definendosi con audacia “cittadine italiane”, <u>portarono alla [[Camera dei deputati del Regno d'Italia|Camera]] una [[petizione]] nella quale rivendicavano il diritto di voto che era in loro possesso prima dell'Unità e chiedevano che venisse esteso a tutto il paese</u>.<ref name="Votoam" /> Furono <u>numerosi i tentativi di ammettere le donne al voto</u> amministrativo immediatamente dopo l'Unità d'Italia: * ci furono i disegni di legge Minghetti, Ricasoli (del 13 marzo e 22 dicembre 1861) * quello del ministro dell'Interno [[Ubaldino Peruzzi]] del 5 marzo 1863<ref name="ItaLib">{{cita libro| cognome=Isastia| nome=Annamaria |curatore =Marisa Ferrari Occhionero| titolo=Dal diritto di voto alla cittadinanza piena| editore= Casa editrice Università La Sapienza| città=Roma | anno= 2008 pagine=31-51| capitolo=La battaglia per il voto nell'Italia liberale}}</ref> nel quale si <u>richiedeva l'estensione del diritto di voto per le</u> <u>contribuenti nubili o vedove</u>. * Nel 1865 <u>la questione si concludeva con il discorso</u>: “I nostri costumi non consentirebbero alla donna di frammettersi nel comizio degli elettori, per recare il suo voto”<ref name="ItaLib" />, e <u>la dichiarò anche non eleggibile</u> ponendola allo stesso livello di analfabeti, falliti, condannati * Nel [[1871]] e nel [[1876]] i ministri [[Giovanni Lanza|Lanza]] e [[Giovanni Nicotera|Nicotera]] <u>separatamente presentarono progetti di riforma elettorale</u> a livello amministrativo, i quali f<u>urono approvati con forti opposizioni ma vennero insabbiati</u> e non furono mai discussi in Senato. * Nel [[1877]] [[Benedetto Cairoli]] propose nuovamente l'estensione alle donne del diritto di voto amministrativo limitato<ref name="Votoam" /> Parallelamente gravava nel contesto politico la questione del suffragio universale maschile e [[Agostino Depretis]] (che guidava il governo dal 1876)<ref name="ItaLib" /> formulò due nuovi progetti di riforma elettorale a livello amministrativo. * Il primo, del maggio [[1880]] nel proponeva di estendere l'elettorato ai cittadini di entrambi i sessi e maggiorenni, non fu neanche preso in considerazione.<ref name="Votoam" /> Un tizio controbattè al progetto ribadendo la ''natura maschile del suffragio devota all'impegno civile e politico che si pone in antitesi con quella femminile che si occupa da sempre dell'educazione, della famiglia''.<ref name="ItaLib" /> * Il secondo progetto, datato [[1882]], sanciva l'estensione del diritto di voto agli alfabeti maggiorenni: tale progetto viene valutato negativamente.<ref name="Votoam" /> Motivazioni: affermò che non era conveniente né opportuno estendere questo diritto alle donne perché ''le tradizioni la vedevano ancora legata alla sfera privata''<ref name="ItaLib" />, di conseguenza Depretis non esitò a rinunciare alla questione del voto femminile<ref name="Votoam" />, ma ottenne un primo allargamento del suffragio maschile<ref name="ItaLib" />.<br />Il Congresso delle associazioni liberali monarchiche svoltosi nel [[1887]] fu teatro di una discussione sul voto femminile limitato e inviato tramite posta.<ref name="Votoam" />
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