Modifica di Appunti sul Patriarcato, Storia

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== Introduzione all'articolo ==
L'articolo intitolato "Appunti sul Patriarcato, Storia" presenta una serie di riflessioni e opinioni sulla storia del patriarcato e del femminismo.
Il primo paragrafo, definito come "Megariassunto di un tizio sul web (un po' polemico)", sostiene che la divisione dei ruoli di genere sia nata per ragioni evolutive e pratiche, come la necessità per le donne di partorire e prendersi cura dei figli. L'autore afferma che non sia mai esistito un "reale patriarcato" e che il termine sia stato demonizzato dalle femministe, le quali vorrebbero gli stessi diritti degli uomini senza gli stessi doveri.
Successivamente, viene presentata una definizione diversa di patriarcato, secondo la quale esso non sarebbe un'istituzione creata dagli uomini per opprimere le donne, ma piuttosto un "sostrato culturale" che influenza entrambi i sessi. In questa prospettiva, sia gli uomini che le donne sarebbero "vittime" di questo sostrato culturale.
L'articolo prosegue citando diverse fonti che tracciano la storia della condizione femminile, a partire dall'antica Grecia fino all'epoca moderna. Si evidenzia come la situazione delle donne sia stata caratterizzata da contraddizioni e differenze a seconda del periodo storico e del contesto sociale. Vengono menzionati filosofi come Platone ed Epicuro, che si pronunciarono a favore della parità di genere, e si sottolinea come la condizione femminile sia migliorata durante l'età ellenistica e il dominio romano.
L'articolo si sofferma poi sulla condizione delle donne nel corso dell'800, quando iniziarono a svilupparsi i movimenti femministi, favoriti dall'Illuminismo e dalla rivoluzione industriale. Viene evidenziata l'aspirazione diffusa tra le donne di essere spose e madri all'interno della famiglia, un modello femminile affermatosi nella società borghese del XIX secolo.
Infine, l'articolo cita un testo della Treccani che descrive la "rivoluzione femminile" del Novecento, caratterizzata dall'accesso delle donne ai diritti formali, dalla crescita dell'acculturazione femminile e dalla messa in discussione della rigida divisione dei ruoli di genere. Vengono menzionate le diverse "ondate" del femminismo, la prima all'insegna dell'emancipazione e dell'uguaglianza, la seconda mirante alla liberazione della donna e al riconoscimento delle differenze tra i sessi.
== Megariassunto di un tizio sul web (un po' polemico) ==
Ti racconto in breve una cosa che ho letto più di 10 anni fa in un libro di storia dell'evoluzione, non ricordo bene quindi potrei scrivere qualche piccola inesattezza:
Nella storia dell'evoluzione le razze si sono sviluppate tutte più o meno allo stesso modo agli albori, poi gradualmente sono mutate creando tante specie diverse. L'uomo e la donna avevano una <u>fisicità pressoché identica in origine</u>, ma a causa del fatto che la donna <u>partorisse</u>, era <u>problematico</u> per lei andare a <u>caccia</u>, anche perché in quel caso (essendo anche debole dal parto, non c'erano certo le tecniche di oggi) doveva prendersi cura del "cucciolo" appena nato e allattarlo anche. Dunque <u>cominciò in varie tribù a nascere la divisione dei ruoli di genere</u>, gli uomini andavano più spesso a caccia, a patto che la donna proteggesse la caverna e procurasse acqua in qualche modo (erano nomadi e si spostavano sempre vicino a fonti d'acqua potabile). Nel corso del tempo i ruoli hanno avuto la meglio modificando letteralmente la genetica di entrambi i sessi, le donne rimanevano fisicamente più deboli, ma anche più elastiche e gli uomini invece acquisivano maggiore potenza muscolare per andare a caccia.
Visto che l'evoluzione è lenta, anche un cambiamento radicale sarebbe stato improbabile, dunque anche in tempi più moderni l'uomo continuava a "cacciare" e la donna a badare alla prole e alla "caverna".
<u>Non c'è mai stato nessun reale patriarcato in senso stretto in quanto i ruoli erano ben definiti e separati</u>, infatti anche <u>'''nel vecchio galateo di Giovanni della Casa la donna veniva definita "matriarca" e come tale padrona della casa'''</u>. D'altronde i termini vengono da mater e pater, ovvero madre e padre, non c'è nulla di oscuro e tenebroso né eminenze grigie che vogliono opprimere e dominare il genere femminile.
Il patriarcato non ha mai fallito in quanto tale, ma sono alcune femministe (o meglio, alcune donne che si definiscono femministe e vogliono imitare i maschi, ma si sentono inferiori a loro per maschilismo interiorizzato) che lo hanno demonizzato, <u>d'altronde se ci pensi alle donne è sempre piaciuto ricevere le attenzioni dal "cavaliere" di turno</u>.
L'uomo pagava il ristorante e tutto perché era soprattutto lui a guadagnare, anche alcune donne lavoravano, ma guadagnavano di meno.
La donna ha sempre voluto inseguire e copiare l'uomo nonostante ci fossero ruoli ben distinti al fine di far continuare la specie nel miglior modo possibile.
Alcune delle invenzioni usate in origine dagli uomini e poi copiate dalle donne sono: il trucco, la gonna, il tacco, la borsa e il voto, ma ce ne sono molte altre.
Le femministe sono quelle che <u>vorrebbero gli stessi diritti degli uomini ma senza gli stessi doveri</u>, anzi, pensano che tutto gli sia dovuto solo a causa del loro genere e parlano di "millenni di oppressione" <u>senza nemmeno conoscere l'argomento</u> (quando lo ho fatto con alcune mostrando la realtà dei fatti hanno cominciato con le loro solite offese idiote da bambine di 6 anni).
Sicuramente ci sono stati alcuni periodi storici più bui per i diritti delle donne in generale, ma il passato lo si studia (e per bene) per apprendere ed evitare gli stessi errori, non per rinfacciarlo a tutti pretendendo un trattamento di favore "in quanto donna e quindi automaticamente oppressa", la verità è che si opprimono da solo e cercano un capro espiatorio.
Per renderla più facile farò un esempio:
Un tizio deve entrare in un bar, una persona fuori dal bar gli dirà "guarda che qui dentro c'è tutta brutta gente, mostrati cattivo" lui entra con sguardo torvo da "sono pronto alla rissa" e ovviamente tutti lo guarderanno allo stesso modo, quindi lui finirà per pensare che in quel bar sono tutti brutti e cattivi e pronti alla rissa.
Un altro tizio deve entrare nel bar e magari è anche un po' mogio, una persona fuori dal bar gli dirà "dentro sono tutti molto gentili e pacifici, cerca di sorridere, che saranno più disponibili", lui entra sorridendo e salutando in modo garbato tutti e la gente nel bar di rimando comincerà a sorridergli.
Questo per dire che le femministe si sono create la loro stessa prigione con il loro atteggiamento spocchioso, strafottente, arrogante, cafone, volgare, falso, puerile e vittimista.
== Una definizione diversa di patriarcato ==
posto che io non conosco il femminismo nelle sue varie specificità, il pensiero in base al quale io mi devo sentire in colpa per le colpe dei miei avi è ottuso, perché allora ad ogni femminista bianca potrei rinfacciargli lo schiavismo, il nazismo etc etc.
Tuttavia, quello lo identifico come "femminismo becero" (come vedete, non sono un tecnico).
Ho avuto tuttavia la fortuna di stringere un legame (amicale) durante le superiori con quella che adesso è una delle mie migliori amiche, la quale, alle critiche che facevo ai discorsi femministi, mi ha risposto sempre che il machismo e patriarcato non è portato avanti dagli uomini, né opprime solo le donne. In breve il patriarcato è più un sostrato culturale di ambo i sessi, piuttosto che una istituzione di maschi che vogliono mantenere il potere.
Posto in questi termini, e al di là del formalismo del chiamarlo patriarcato o meno, nella sostanza siete d'accordo che esista questo "smostrato culturale"?  in altri termini per me il patriarcato è quello che [https://it.wikipedia.org/wiki/Talcott_Parsons Talcott Parsons] chiamerebbe un "fatto sociale" (ossia "comportamenti, sentimenti e pensieri imposti dall'esterno all'individuo). Conseguenza di questa cosa è che più che carnefici, gli uomini (e le donne) che sostengono questa visione del mondo, sono" vittime" di questo sostrato culturale
== Articoli interessanti: ==
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http://stampacritica.org/2020/05/31/il-ruolo-della-donna-nella-societa-nel-passato-e-nel-presente/
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«Nelle civiltà arcaiche la donna era regina della famiglia e potente nella comunità perché generava la vita.
«Nelle civiltà arcaiche la donna era regina della famiglia e potente nella comunità perché generava la vita.


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«solo con la Riforma del diritto di famiglia del 1975 viene eliminata la patria potestas che attribuisce al marito tutte le scelte e le decisioni familiari, dall’educazione dei figli al luogo di residenza; dove le leggi sul divorzio (1970) e sull’aborto (1978), approvate tardivamente, devono poi superare la prova di referendum popolari indetti per abrogarle e dove solo nel 1981 la legge abroga il delitto d’onore e il matrimonio riparatore; dove solo nel 1996 la violenza sessuale diventa un delitto contro la persona e non “contro la moralità pubblica”.»
«solo con la Riforma del diritto di famiglia del 1975 viene eliminata la patria potestas che attribuisce al marito tutte le scelte e le decisioni familiari, dall’educazione dei figli al luogo di residenza; dove le leggi sul divorzio (1970) e sull’aborto (1978), approvate tardivamente, devono poi superare la prova di referendum popolari indetti per abrogarle e dove solo nel 1981 la legge abroga il delitto d’onore e il matrimonio riparatore; dove solo nel 1996 la violenza sessuale diventa un delitto contro la persona e non “contro la moralità pubblica”.»
== Note ==
== Note ==
<references />
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[[Categoria:Patriarcato]]
[[Categoria:Storia]]
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