Serena Mazzini Femminismo

Da Tematiche di genere.
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Angela, considera che in Italia, le "attiviste femministe" si dedicano alla pubblicità tutto il giorno, mercificando ogni ideale. E se provi ad offrire un'alternativa a un modello di consumo pervasivo e violento, parlando di socialismo e marxismo, finisci per essere insultato. Sono d'accordo con @jacobinitalia: "Non riesco a immaginare un femminismo che non sia anche anticapitalista. E non riesco a immaginare un abolizionismo che si basi sul fuorviante presupposto che sia possibile abolire prigioni, polizia, servizi protettivi per famiglie e tutti gli altri aspetti del sistema carcerario in un regime capitalista che non riconosca le connessioni tra quelle istituzioni e il capitalismo." - Angela Davis

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Poi ci sono quelle persone che, per giustificare il fatto di aver monetizzato per anni grazie al femminismo liberale senza mai aver "alzato il culo" da casa, delegano tutto il loro attivismo a caroselli su Instagram. Arrivano a dare informazioni false a un pubblico molto giovane con affermazioni come "Andare in piazza è classista perché arrivare in piazza costa". Ovviamente, nessuno si aspetta che una persona dell'entroterra spenda centinaia di euro per partecipare a una manifestazione in piazza, né che lo faccia una persona con disabilità fisiche o mentali. Tuttavia, relegare il grave problema della mancanza di partecipazione attiva al dissenso, che si manifesta anche nelle piazze, a un semplice problema di "costi", mi pare assurdo.

1. In città con milioni di abitanti, è doveroso chiedersi perché non ci sia partecipazione, data la condizione politica, sociale ed economica in cui ci troviamo. È inutile poi pubblicare un post al giorno per cercare follower e like commentando le dichiarazioni deliranti dei vari membri del governo. Non sarebbe meglio riflettere sull'astensionismo elettorale?

2. Ci sono bus organizzati a 10/15€ da tutte le principali città italiane in occasione degli scioperi nazionali. La verità è che nelle piazze, dove potete praticare quello che ho definito "attivismo estetico" con shooting e outfit colorati, magari sponsorizzati da brand, guarda caso ci siete. L'attivismo online è fondamentale per informare e dare voce a chi non ha altre possibilità di partecipazione, ma bisogna fare attenzione a non ridurre le lotte a una questione personale: la politica si basa sul "noi", non sull'"io". Altrimenti, ci si ritrova con pagine divulgative che fanno pubblicità a siti di scommesse.