Viralità e Violenza: Quando il Sensazionalismo Social Minaccia la Sensibilità

Da Tematiche di genere.
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La pagina Instagram The Period Off pubblica il seguente post per sottolineare l'importanza di trattare la violenza sulle donne con rispetto e sensibilità. Critica l'approccio attuale dei social media che tende a cavalcare l'onda delle notizie più recenti, trasformando talvolta temi seri e delicati come la violenza in trend superficiali e banalizzanti. Sottolinea il disagio che queste rappresentazioni possono causare nelle vittime di violenza, che si ritrovano a rivivere la loro traumatica esperienza attraverso i contenuti virali. Infine, The Period Off esorta a una riflessione più profonda e consapevole sulla questione, invitando a trattare la violenza sulle donne non come un trend effimero, ma come un fenomeno sistemico e strutturale che richiede un impegno costante per essere contrastato e superato.

Il post[modifica | modifica sorgente]

"No, non faremo un video della palpata, trasformando la violenza in un trend social. La sindrome da Ansa collettiva che mira a creare contenuti virali che producano interazioni, condivisioni, engagement, followers. Pure sul dolore e sulla violenza.

Se vedo un altro post, reel et similia con il countdown dei 10 secondi, prendo il telefono e lo lancio a mare. Lo ha fatto una persona ed è utile a rendere l'idea? Va bene. Se ci va, riproponiamo quello. Se state a farlo tuttə, poi ti viene da pensare che, come sempre, si cavalca la notizia del momento per aumentare l'engagement e questa roba, soprattutto su una violenza, fa abbastanza cacare.

Questa questione anche è abbastanza centrale. La tendenza è quella di creare contenuti sul tema del giorno, di farlo prima degli altri, e poco conta che se ne sappia poco dell'argomento, per cui si trovano i bignami di Wikipedia. L'importante è: parlare dei temi caldi e battere tutti sul tempo. Questa sindrome da ANSA nasce, il più delle volte, con il chiaro scopo di creare contenuti virali che producano, nell'ordine: interazioni, condivisioni, engagement, followers.

Che poi, se parliamo di un profilo che tratta di un tema specifico, per cui magari ha coltivato competenze nel tempo su quel tema, allora lo capisco assolutamente. Io pure, se esce una notizia su aborto e contraccezione, ti posso uscire con un contenuto dopo due minuti. E comunque non lo faccio, perché come è valso per la contraccezione gratuita e altri temi, mi sono presa tempo per studiare e avere qualcosa di utile da dire. Ma per il resto, questa roba non serve assolutamente a niente se non per il proprio tornaconto. E ripeto, semmai non fosse chiaro, che farlo passando sulle vite delle persone, sul dolore e sulla violenza, fa veramente cacare.

Sintesi del giorno: Ci riusciamo a non far diventare la simulazione di una violenza un ca**o di trend social da replicare e far girare? Grazie.

Molte persone che hanno subito molestie stanno pubblicamente testimoniando il disagio di vedere replicata via social un’esperienza di violenza vissuta. Si tratta della molestia subita dalla studentessa 17enne da parte del bidello che è stato assolto perché “il fatto non costituisce reato”. Pur avendo come obiettivo quello di sensibilizzare sul tema delle molestie, sono cominciati a proliferare video di palpate, diventate in breve tempo un trend social che ha come effetto quello di far rivivere la molestia a chi l’ha vissuta sulla propria pelle. La violenza sulle donne è un tema complesso, un fenomeno sistemico e strutturale che (ora lo sappiamo) viene invisibilizzato persino dalla magistratura. Siamo sicure che questo sia il modo giusto per parlarne?

#molestie #violenzesulledonne #violenza #noviolenceagainstwomen #theperiodnewsletter."

Violenza sessuale ed engagement

I commenti[modifica | modifica sorgente]